Ex indossatore moda ordinato sacerdote
Don Julio modello per Prada,ha lasciato passerelle per seminario
(ANSA) - ALBENGA (SAVONA), 18 DIC - Un ex indossatore argentino di moda, Julio Amadeo Abalsamo, e' stato ordinato sacerdote dal vescovo di Savona Mario Oliveri.
Il neosacerdote argentino ha 45 anni e in gioventu' e' stato protagonista delle passerelle di mezzo mondo per alcune delle maison piu' celebri, una tra tutte Prada. Don Julio Abalsamo e' nato a Buenos Aires (Argentina) nel 1965 da genitori italo-argentini. ''Il futuro lo affido al Signore e alla Santissima Madre di Dio che non deludono mai'' ha detto don Julio dopo la consacrazione. (ANSA).
www.ansa.it/web/notizie/regioni/lig...1648613456.html
Albenga, un ex modello argentino è stato ordinato sacerdote
Albenga. L’ex modello Julio Amadeo Abalsamo è stato ordinato sacerdote dal vescovo di Albenga Mario Oliveri, nell’ambito delle celebrazioni per il suo ventesimo anniversario di ordinazione episcopale. Il sacerdote argentino ha 45 anni e in gioventù è stato protagonista delle passerelle di mezzo mondo per alcune delle maison più celebri, una tra tutte Prada.
Don Julio Abalsamo è nato a Buenos Aires (Argentina) nel 1965 da genitori italo-argentini. Ha frequentato le scuole elementari, medie e superiori nella stessa metropoli. A 18 anni entrò in un ordine religioso d’origine belga che lo mandò in Italia per i primi anni di formazione. Dopo tre anni tornò come religioso a Montevideo (Uruguay), dove rimase per due anni. Dopo di che fu trasferito a Buenos Aires per un ulteriore biennio. In quel periodo maturò la decisione di uscire dalla Congregazione. Tornato laico, iniziò a lavorare come segretario del direttore finanziario di una multinazionale inglese e contemporaneamente conseguì una laurea di primo livello in commercio estero.
Degenerando la situazione economica in Argentina, prese la decisione di rientrare in Italia, dove si trasferì a Milano. Nella capitale economica italiana Julio Abalsamo ha iniziato a lavorare in un’azienda svizzera che gli permise di girare L’Italia e l’Europa. Poi cominciò una nuova esperienza lavorativa a Milano per due note aziende di beni di lusso. E’ rimasto nel mondo della moda per dodici anni. Ma non ce l’ha fatta più ed è tornato in seminario ad Albenga. “Il futuro lo affido al Signore e alla Santissima Madre di Dio che non deludono mai” ha detto don Julio dopo la consacrazione.
www.ivg.it/2010/12/albenga-un-ex-mo...nato-sacerdote/
Quel vescovo che vuole prete l' ex modello di Buenos Aires
Oliveri: «Qui accolgo tutti». E in Vaticano pensano di trasferirlo
ALBENGA (Savona) - Pure il «prete griffato» sono riusciti ad inventarsi. Il prete «firmato», come già lo chiamano qui. Ex modello, palestrato, sangue argentino, un passato nella Milano da bere. Il 18 dicembre, con altri quattro diaconi, sarà ordinato sacerdote dal vescovo Mario Oliveri nella cattedrale di Albenga. La sua nomina ha già conquistato la pole position nel chiacchiericcio di paese. L' altro giorno, durante la tradizionale processione di San Maurizio, ad Imperia, era tutto un darsi di gomito tra i fedeli alla ricerca del prete che un tempo vestiva Prada, mentre in strada sfilava il corteo: in testa il vescovo, impassibile, e le autorità cittadine, fasciate e impettite. Tutti a cercare Julio Amadeo Abalsamo, argentino di Buenos Aires, 45 anni, arrivato in Italia con il sogno dell' alta moda e finito ad Albenga, nella Casa del clero, a pregare, preparandosi al sacerdozio. In mezzo: anni di sfilate, foto e locali notturni. Fino a quando la vocazione l' ha rapito: i primi contatti religiosi a Milano, poi il seminario e, arrivato ad Albenga, la nomina nel giugno scorso a diacono, prima del gran salto. Al telefono, l' ex modello non sembra gradire la pubblicità: «Non ho nulla da dire, parlo solo con gli avvocati...». Clic. Prima o poi ci faranno un film su questa diocesi. La diocesi di Albenga-Imperia: 130 preti, 161 parrocchie, 150 mila fedeli. Tanta devozione. Ma anche un clero chiacchierato. A parte il caso di Abalsamo, finito nella centrifuga del pettegolezzo per il suo passato (e per un articolo a tutta pagina del Secolo XIX), negli ultimi mesi diversi sacerdoti della diocesi si sono ritrovati nell' occhio del ciclone per le loro inclinazioni sessuali o, peggio, per aver compiuto atti (o presunti tali) penalmente perseguibili. Una filiera di episodi finita sotto la lente delle gerarchie vaticane. Al punto che il segretario di Stato Tarcisio Bertone, già cardinale a Genova, ha fatto capire che così non va, qualcosa va cambiato. Nessun nome, ma era chiaro il riferimento al vescovo Oliveri, 66 anni, la cui ormai ventennale esperienza di pastore di questo gregge (arrivò ad Albenga nel ' 90) viene considerata «datata». Non è in discussione la preparazione del religioso, che anzi vanta un curriculum di tutto rispetto nel servizio diplomatico della Santa Sede (ha lavorato nelle nunziature apostoliche di Dakar, Roma, Londra e Parigi) e un' esperienza alla Segreteria di Stato come braccio destro del cardinale Giovanni Benelli, quanto la gestione della diocesi, ritenuta troppo «aperturista». In effetti diventa difficile imputare all' aria di mare la sequenza di piccoli e grandi scandali che hanno segnato il clero locale. Il caso più grave è quello di don Luciano Massaferro, parroco di Alassio, in carcere da quasi un anno con l' accusa di aver molestato una bambina di 12 anni. Per non parlare di don Silvano De Matteis, denunciato per aver importunato durante una processione la moglie di un alto ufficiale della Marina. O di Renato Giaccardi, che ha patteggiato per reati con un minore. O di don Tirla, accusato di essere un frequentatore di siti gay. E poi voci su preti diventati papà o che hanno cambiato sesso. Di questa effervescente arca di Noè, era inevitabile che prima o poi monsignor Oliveri venisse chiamato a rendere conto. Granitico in pubblico, come quando fece scudo a don Luciano Massaferro («Chi ci attacca tenta di giustificare il male che è in sé, cercando il male negli altri»), in privato ha così motivato la sua linea pastorale: «La mia comunità è aperta a tutti. Nessun sacerdote verrà mai respinto: credo sia giusto lasciare le 99 pecorelle per andare a cercare quella smarrita». Il risultato, come spiega sotto anonimato chi gli è vicino, è che «sono finiti ad Albenga alcuni preti cosiddetti scomodi, allontanati da altre diocesi: l' unica colpa di monsignore è aver ecceduto in generosità». In Vaticano la pensano diversamente. Per due volte lo hanno invitato a fare le valigie per Roma e per due volte lui ha rifiutato. «L' ha fatto per me: mi troverei in difficoltà» spiega il fratello, Lorenzo, 74 anni, invalido che vive in Curia. Ora però da Roma sta partendo il terzo e definitivo assalto. E ad Albenga già scommettono sulla data del trasferimento: «Farà in tempo o no ad ordinare sacerdote il prete che vestiva Prada?». Francesco Alberti RIPRODUZIONE RISERVATA **** La scheda L' argentino Ex modello, argentino di Buenos Aires, Julio Amadeo Abalsamo, 45 anni, il 18 dicembre assieme ad altri quattro diaconi sarà ordinato sacerdote dal vescovo Mario Oliveri nella cattedrale di Albenga La polemica Da tempo la diocesi di Albenga è sotto i riflettori del Vaticano. Tra le «pecche» contestate al vescovo anche il caso di don Luciano Massaferro (nella foto): il sacerdote da dicembre scorso si trova in carcere con l' accusa di violenza su una bambina di dodici anni.
Alberti Francesco
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ALBENGA (Savona) - Pure il «prete griffato» sono riusciti ad inventarsi. Il prete «firmato», come già lo chiamano qui. Ex modello, palestrato, sangue argentino, un passato nella Milano da bere. Il 18 dicembre, con altri quattro diaconi, sarà ordinato sacerdote dal vescovo Mario Oliveri nella cattedrale di Albenga. La sua nomina ha già conquistato la pole position nel chiacchiericcio di paese. L' altro giorno, durante la tradizionale processione di San Maurizio, ad Imperia, era tutto un darsi di gomito tra i fedeli alla ricerca del prete che un tempo vestiva Prada, mentre in strada sfilava il corteo: in testa il vescovo, impassibile, e le autorità cittadine, fasciate e impettite. Tutti a cercare Julio Amadeo Abalsamo, argentino di Buenos Aires, 45 anni, arrivato in Italia con il sogno dell' alta moda e finito ad Albenga, nella Casa del clero, a pregare, preparandosi al sacerdozio. In mezzo: anni di sfilate, foto e locali notturni. Fino a quando la vocazione l' ha rapito: i primi contatti religiosi a Milano, poi il seminario e, arrivato ad Albenga, la nomina nel giugno scorso a diacono, prima del gran salto. Al telefono, l' ex modello non sembra gradire la pubblicità: «Non ho nulla da dire, parlo solo con gli avvocati...». Clic. Prima o poi ci faranno un film su questa diocesi. La diocesi di Albenga-Imperia: 130 preti, 161 parrocchie, 150 mila fedeli. Tanta devozione. Ma anche un clero chiacchierato. A parte il caso di Abalsamo, finito nella centrifuga del pettegolezzo per il suo passato (e per un articolo a tutta pagina del Secolo XIX), negli ultimi mesi diversi sacerdoti della diocesi si sono ritrovati nell' occhio del ciclone per le loro inclinazioni sessuali o, peggio, per aver compiuto atti (o presunti tali) penalmente perseguibili. Una filiera di episodi finita sotto la lente delle gerarchie vaticane. Al punto che il segretario di Stato Tarcisio Bertone, già cardinale a Genova, ha fatto capire che così non va, qualcosa va cambiato. Nessun nome, ma era chiaro il riferimento al vescovo Oliveri, 66 anni, la cui ormai ventennale esperienza di pastore di questo gregge (arrivò ad Albenga nel ' 90) viene considerata «datata». Non è in discussione la preparazione del religioso, che anzi vanta un curriculum di tutto rispetto nel servizio diplomatico della Santa Sede (ha lavorato nelle nunziature apostoliche di Dakar, Roma, Londra e Parigi) e un' esperienza alla Segreteria di Stato come braccio destro del cardinale Giovanni Benelli, quanto la gestione della diocesi, ritenuta troppo «aperturista». In effetti diventa difficile imputare all' aria di mare la sequenza di piccoli e grandi scandali che hanno segnato il clero locale. Il caso più grave è quello di don Luciano Massaferro, parroco di Alassio, in carcere da quasi un anno con l' accusa di aver molestato una bambina di 12 anni. Per non parlare di don Silvano De Matteis, denunciato per aver importunato durante una processione la moglie di un alto ufficiale della Marina. O di Renato Giaccardi, che ha patteggiato per reati con un minore. O di don Tirla, accusato di essere un frequentatore di siti gay. E poi voci su preti diventati papà o che hanno cambiato sesso. Di questa effervescente arca di Noè, era inevitabile che prima o poi monsignor Oliveri venisse chiamato a rendere conto. Granitico in pubblico, come quando fece scudo a don Luciano Massaferro («Chi ci attacca tenta di giustificare il male che è in sé, cercando il male negli altri»), in privato ha così motivato la sua linea pastorale: «La mia comunità è aperta a tutti. Nessun sacerdote verrà mai respinto: credo sia giusto lasciare le 99 pecorelle per andare a cercare quella smarrita». Il risultato, come spiega sotto anonimato chi gli è vicino, è che «sono finiti ad Albenga alcuni preti cosiddetti scomodi, allontanati da altre diocesi: l' unica colpa di monsignore è aver ecceduto in generosità». In Vaticano la pensano diversamente. Per due volte lo hanno invitato a fare le valigie per Roma e per due volte lui ha rifiutato. «L' ha fatto per me: mi troverei in difficoltà» spiega il fratello, Lorenzo, 74 anni, invalido che vive in Curia. Ora però da Roma sta partendo il terzo e definitivo assalto. E ad Albenga già scommettono sulla data del trasferimento: «Farà in tempo o no ad ordinare sacerdote il prete che vestiva Prada?». Francesco Alberti RIPRODUZIONE RISERVATA **** La scheda L' argentino Ex modello, argentino di Buenos Aires, Julio Amadeo Abalsamo, 45 anni, il 18 dicembre assieme ad altri quattro diaconi sarà ordinato sacerdote dal vescovo Mario Oliveri nella cattedrale di Albenga La polemica Da tempo la diocesi di Albenga è sotto i riflettori del Vaticano. Tra le «pecche» contestate al vescovo anche il caso di don Luciano Massaferro (nella foto): il sacerdote da dicembre scorso si trova in carcere con l' accusa di violenza su una bambina di dodici anni.
Alberti Francesco
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(24 settembre 2010) - Corriere della Sera